Rientro in ufficio per i Dipendenti Pubblici

Dal 31 Luglio una parte dei dipendenti in smart working rientra in ufficito

Una esigenza resa necessaria anche dall’intensa ripresa dell’erogazione dei servizi, previsti dal Decreto Rilancio. 
È stato siglato, il 24 Luglio 2020, il protocollo tra sindacati e il Ministro per la Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone che definisce le modalità di rientro in ufficio dei dipendenti del pubblico impiego.

Il protocollo riguarda la prevenzione e la sicurezza, rispetto all’emergenza Covid19, dei luoghi di lavoro e una particolare attenzione rivolta alla gestione dei casi di sospetta sintomatologia.

I punti chiavi sono i seguenti:

  • utilizzo di termoscanner agli ingressi per rilevare la temperatura che non dovrà mai superare i 37,5°;
  • orari di lavoro e aperture al pubblico più flessibili che permettano interazioni digitali con l’utenza;
  • distanziamento interpersonale durante le attività garantito da apposita segnaletica e pannelli divisori ove non sia possibile garantire la distanza;
  • ricorso ai dispositivi di protezione individuale delle vie respiratorie (mascherine) per tutti i lavoratori ai quali non può essere garantita la distanza adeguata;
  • ricorso alle mascherine e, se necessario alle visiere, per tutti i lavoratori a contatto diretto con il pubblico;
  • aerazione regolare e sanificazione frequente degli ambienti di lavoro e delle postazioni (incluse tastiere, mouse, schermi, touchscreen, telefoni);
  • limitazioni negli utilizzi degli spazi comuni.

L’obiettivo è far tornare in ufficio, entro il 2020, circa il 70% dei dipendenti pubblici: questo significa che nel 2021 ci saranno ancora 1 milione di dipendenti che lavoreranno da remoto.

Il protocollo conclude sull’apertura del dialogo relativo al lavoro agile come opportunità per i lavoratori non solo in fase di emergenza ma come miglioramento della qualità della vita.