Lavoro in spazi confinati: i rischi per il lavoratore

Negli ultimi anni gravi casi di infortunio mortali, spesso collettivi, hanno evidenziato le criticità.

Cos’è un ambiente confinato?

Secondo la definizione OSHA (Occupational Safety and Health Administration), per ambiente confinato si intende uno spazio che può essere raggiunto previa un permesso speciale di accesso, e che identifica le possibili condizioni di rischio:

  • rischio di atmosfera pericolosa;

  • rischio di seppellimento;

  • rischio di intrappolamento;

  • rischio grave di altra natura.

La classificazione identifica inoltre tre tipi di spazi confinati:

A. Alto e immediato rischio per la salute/vita del lavoratore (mancanza di ossigeno, atmosfere infiammabili o esplosive, concentrazione di sostanze tossiche.

B. Rischio infortunio non immediatamente pericoloso per salute/vita.

C. Rischio trascurabile che non influisce sul lavoro.

Negli spazi confinati il rapporto tra il volume dello spazio e l'apertura per lo scambio di aria con l'esterno sono ridotti, questo rende gli ambienti particolarmente rischiosi in termini di inquinamento.


Quali sono i settori più a rischio?

Nel Testo Unico in materia di Sicurezza sul Lavoro (D.Lgs. 81/2008) viene specificato il divieto di accesso agli ambienti confinati sospetti di inquinamento previa verifica di assenza di pericoli che possano mettere a rischio l'integrità e la vita dei lavoratori.

Qualora vi siano dei dubbi, o si presenti un pericolo reale, i lavoratori devono disporre di tutti i dispositivi di protezione e sicurezza, devono essere vigilati per tutta la durata del lavoro, deve essere previsto l'agevole recupero in caso di perdita di sensi.

Negli ultimi anni gravi casi di infortunio mortali, spesso collettivi, hanno popolato la cronaca ed evidenziato le criticità.

I dati INAIL relativi agli infortuni mortali in ambienti confinati nel periodo 2002-2014 evidenziano i settori più a rischio:

  • 20,5% costruzioni

  • 19,5% agricoltura-silvicoltura

  • 12,6% industria metalmeccanica

  • 9,2% smaltimento dei rifiuti/acque di scarico

  • 5,7% industria alimentare (soprattutto produzione vinicola)

  • 12% altro (movimentazione/magazzinaggi

Le aziende maggiormente coinvolte nei casi di infortunio sono risultate essere quelle dei seguenti settori:

  • aziende dell'industria alimentare;

  • attività di manutenzione di cisterne, serbatoi e stive;

  • aziende vitivinicole, nelle attività di pulizia di vasche e botti;

  • edilizia, in attività quali lavori in gallerie, scavi e fosse, cunicoli;

  • attività di bonifica in luoghi chiusi;

  • conduzione e manutenzione di acquedotti;

  • gestione e manutenzione impianti di depurazione, digestori aerobici e digestori anaerobici;

  • gestione e manutenzione reti fognarie;

  • industrie chimiche e attività produttive in cui sono presenti impianti di depurazione per il trattamento dei propri reflui;

  • aziende per la gestione dei rifiuti in cui sono presenti discariche e depositi temporanei di rifiuti in fosse;

  • attività metalmeccaniche in luoghi confinati, quali saldatura all'interno di cisterne;

  • siderurgia, per ambienti con combustioni in difetto di ossigeno e formazione di ossido di carbonio (stufe catalitiche, bracieri);

  • ambienti di produzione e distribuzione di gas (gasometri);

  • industria petrolifera e chimica, per la presenza di serbatoi e condotte.